Ma il Qatar è pronto ad ospitare i Mondiali 2022?
Tutto quello che devi sapere sulla Coppa del Mondo più controversa della Storia
L’esclusione dell’Italia dai prossimi mondiali di calcio in Qatar è stato un dramma e non solo nel nostro paese, ma anche nello stesso Qatar che la coppa del mondo la ospita e non ha potuto esporre la bandiera dell'Italia, con la scritta buongiorno, nella piazza delle nazioni, lungo le corniche, questo belvedere pedonale che affaccia sul golfo di Doha, la capitale del regno Qatar. Ma più in generale è stato uno shock per tutto il Medioriente, che ama il nostro paese, essere italiani qui ha un peso considerevole nelle relazioni e nei rapporti, in questa parte del mondo dove si incrociano tutte le nazionalità del mon do e gli italiani sono considerati speciali. Tuttavia il paese è adrenalinico per questo importante appuntamento che porterà in Qatar più turisti in un mese di quanti ne ha avuti il paese in tutta la sua storia.
Ho viaggiato in Qatar per provare a rispondere a questa domanda: questo piccolo lembo di terra, ricchissimo ma grande quanto l’Abruzzo, è pronto per ospitare i Mondiali di calcio, la più grande manifestazione sportiva della terra?
Il Qatar è un paese completamente diverso dall’ultima volta che l’ho visitato, 5 anni fa. Non ho mai visto così tanti cantieri in corso, in un unico luogo. Aerei, tantissimi, che volano rasenti i grattacieli, tanti in più rispetto al mio precedente viaggio prima della pandemia. Una nuova Metro, di lusso. Cinema, nuovi quartieri e tanti mall giganti… Musei nuovi di zecca per raccontare un paese a chi lo scoprirà per la prima volta, come il nuovissimo Museo dello sport, aperto accanto al Khalifa stadium il più antico stadio del Qatar, costruito nel 1976, pochi anni dopo l’indipendenza del paese, e poi abbandonato e riaperto solo nel 2017 completamente ristrutturato con un design futuristico al centro di un quartiere dedicato proprio allo sport. E tutto è per il calcio, che tra l’altro, non è mai stato popolare in Qatar, bensi si tratta di qualcosa guidato dalla politica, per farne un vettore economico.
Il paese che è ricco di petrolio e sopratutto di gas, con una delle riserve più importanti del pianeta, ha beneficiato di una grande richezza, dall’indipendenza dalla corona britannica nel 1971 fino ad oggi.
In campo sportivo sono successe due cose: la ricchezza economica del paese ha portato una importante immigrazione proveniente dai paesi più poveri dell’asia, come il Pakistan e i ceti meno agiati dell’India, l’Indonesia e le Filippini, arrivati qui in cerca di lavoro e che hanno portato le loro tradizioni sportive, prima fra tutte il cricket, che qui è lo sport più amato e praticato. Non è il Calcio come ci si potrebbe immaginare. In seconda battuta, si sono perse le tradizioni sportive tipiche del Qatar, come la corsa dei cammelli o la falconeria, che solo oggi vengono recuperate, anche per valorizzare il passato ancestrale di questo paese che guarda al futuro.
Il Qatar è una via di mezzo tra una città araba tradizionale, dove durante il Ramadan, i negozi restano tutti chiusi e i pochi posti aperti dove un non-musulmano può mangiare mettono le tende sulle vetrate per coprire dalla vista esterna chi mangia e non digiuna, mi ha ricordato molto da vicino Kuwait City, città nella quale avevo abitato anni prima che nonostante i grattacieli resta fedele alle sue tradizioni, e dove quindi l’alcoon è vietato; ma al tempo stesso Doha per la sua propensione al futuro e alla grandezza è una sorta di gemello diverso di Dubai, una metropoli araba ma con una totale integrazione con l’Occidente.
La prima cosa che si nota arrivati in Qatar come vi ho detto sono questi cantieri, ci sono cantieri ovunque. Hanno costruito 8 nuovi Stadi, dai 40 agli 80 mila posti ciascuno, io ho visitato oltre al Khalifa stadium, al quartiere dello sport, anche il Luseil nel nuovo quartiere a nord, il 974, il più vicino al centro di Doha, uno stadio che da sul mare fatto interamente di blocchi scomponibili e che per l’appunto verrà disasemblato alla fine dell’evento per divenate altro, e poi l’Educational stadium, nel quartiere Universitario. Anche qui si tratta di uno stadio futuristico con all’interno impianti di areazione che renderanno sopportabili le temperature calde anche in Inverno.
È stata costruita una metropolitana nuova di zecca a guida autonoma, dal design di lusso e a zero emissioni di carbonio, che percorre 3 nuove linee, per tutto il paese, anche fuori il centro di Doha e che unisce tutti gli stadi con ogni punto del paese. Se dovessi descriverla in poche parole direi a 5 stelle, fedeli al loro slogan di essere un paese dal lusso ostentato, con questi interni color porpora come la loro bandiera, ma al tempo stesso è l’ultimo ritrovato della mia ingegneria della mobilità, mi racconta un ingegnere che si è occupato della progettazione.
Gli 8 stadi sono tutti nuovi di zecca, costruiti da zero, io mio sono recato in alcuni du questi, come vi ho detto, tra cui il Luisel, quello dove si svolgerà la finale, che verrà smantellato il giorno dopo la finale per fare dell’area un nuovo centro urbano.
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Ma al di la degli stadi, che in questo momento sono chiusi al pubblico, e non si possono visitare se non per qualche amichevole, il centro di questa storica partecipazione del Qatar ai prossimi mondiali è la grossa cupola con al suo interno il logo dei prossimi mondiali, posto sulla Corniche, la lunga strada che costeggia il paese e che collega il centro storico con l’antico e turistico suq, il mercato arabo, con il centro del business di Doha, l’iconica west bay coi suoi grattacieli. Nella cupola di vetro c’è un orologio che scandisce il tempo che manca al calcio d’inizio della prima partita di questa prima world cup in medioriente.
I prossimi Mondiali di calcio in Qatar, non saranno solo un appuntamento sportivo, ma sarà presente anche tanta tecnologia.
I nuovi edifici che stanno costruendo sono smart building, con sistemi di monitoraggio automatico dei consumi in tempo reale.
E poi per cogliere l’occasione dei mondiali per innovare il paese, la Qatar science and technology Incubation Center sta supportando la crescita i progetti tecnologici nel paese.
Per promuovere il turismo in Qatar, hanno incubato una app come ViaVii permette di scegliere tra centiaia di esperienze da fare, nell’attesa della partita, da una gita nel deserto, a mangiare cibo locale in un a cena con una famiglia araba. Si può pagare direttamente sulla piattaforma, che mette in contatto le persone per permettere esperienze turistiche sopratutto nel mondo arabo. ViaVii sebbene nata in giordania, è stata potenziata in Qatar in quanto vincitrice del bando Challenge 22 del Qatar che supporta quei progetti che miglioreranno l'esperienza ai prossimi mondiali di Calcio. Il programma Challenge 22 della Dubai Foundation e della Supreme Committee for Delivery & Legacy (SC), che sta preparando i prossimi mondiali, sta investendo in progetti che migliorano, grazie alle innovazioni e alla tecnologia, l’eperienza alle partite, ma anche che portino un miglioramento al mondo.
Challenge 22 è il programma che sta facendo scouting tra i migliori progetti al mondo per rendere speciale, per chi vi partecipa, l'esperienza dei fan alla Coppa del Mondo FIFA 2022™. Challenge 22 così come il Qatar science and technology Incubation Center finanzia e aiuta, con soldi, contatti e un ufficio in una delle uniche tre free zone del Qatar, le startup a sviluppare il loro progetto ai prossimi Mondiali. E Stanno ancora attivamente cercando soluzioni che possano migliorare l'esperienza dei fan e l'accessibilità in Qatar.
Per ottimizzare gli spostamenti dei milioni dei fan che passerenno dall’aeroporto di Doha, si sta puntando oltre che sui blocchi preventivi a chi viaggia senza biglietto (ad oggi non è possibile entrare tra novembre e dicembre in qatar senza un valido biglietto allo stadio), anche sullo sviluppo di software innovativi come EMMA un gestionale potenziato dall’intelligenza artificiale, che permette di ottimizzare i consumi energetici degli aewroporti, come avviene in quello di Doha, sopratutto durante i momenti di picco negli arrivi e partenze.
Il problema più grave saranno gli alloggi. Sul sito di Qatar2022 c’è un portale dove fare la richiesta per gli alloggi dove stare durante i mondiali. La Qatar Airways offre pacchetti all-inclusive con anche i biglietti per le partite, voli e sistemazioni. Ma mi sembra tutto tanto e troppo caro, già oggi che mancano mesi all’evento. Mi sono recato allora nel deserto …
Qui tra dune di sabbia, che arrivano fino al mare , distese di sabbia e sabbia ogni tanto qua e là sorge un accampamento, un camping. La guida che mi ha accompagnato, mi diceva che erano tutti chiusi… è un paese che ha una distasa di sabbia enorme rispetto ai centri abitati e dove già oggi ci sono accampamenti inutilizzati perché mancano i turisti … la mia guida mi ha accompagnato in un camping al sud dove il manager del camping mi dice che ad oggi serve un permesso speciale per accamparsi con le tende e che comunque anche fino a qui, nel mezzo de nulla in un deserto è vietato bere alcool, ma mi ha anche detto che se si beve in tenda nel privato nessuno dice nulla e credo che alla fine sarà questa una delle esperienze e delle cose che avverranno… molti divideranno tende e staranno zaino in spalla nel deserto o lontano dal centro, che comunque è collegato dalla metro, accanto a chi più benestante deciderà di vivere nel lusso di Doha.
Il Comitato organizzatore della Coppa del Mondo ha annunciato l’apertura di tre nuovi campus nel deserto con alloggi per i fan da 200 dollari a notte, con bagno, pulizie e wifi incluso, dislocate in tre zone fuori dal centro di Doha, appunto nel deserto, e che se prenotato dall’inizio alla fine della manifestazione sportiva viene poco più di 5000 euro.
I biglietti di questa coppa del mondo sono tra i più ricercati della storia, forse anche dovuti alla pandemia che ci ha relegato a casa per tanto tempo, si parla di 17 milioni di richieste per tre milioni di biglietti messi fuori per la vendita.
Questi nuovi village nel deserto, hanno lo scopo di rendere accessibili a tutti la partecipazione alla coppa del mondo. C’è chi condividerà la tenda nel deserto e chi con budget più larghi potrà godere, beato lui, del lusso di Doha.