Party’s Over: arriva alla fine l’Expo di Dubai
Party’s Over: arriva alla fine l’Expo di Dubai
La festa è finita, dopo 6 mesi di eventi, leader internazionali, da Erdogan a Macron fino al presidente Israeliano Herzog, per la prima…
La festa è finita, dopo 6 mesi di eventi, leader internazionali, da Erdogan a Macron fino al presidente Israeliano Herzog, per la prima volta in un paese arabo, ma sopratutto con le persone che tornano a incontrarsi dal vivo.
Se c’è un risultato evidente mostrato da Expo è proprio quello che stare insieme, vedersi e parlare a voce, in presenza, fa tutta la differenza del mondo. Un secondo, più tangibile, è stato il rilancio del turismo: l’aeroporto di Dubai è tornato a macinare i numeri pre pandemia.
Oltre 7 miliardi di dollari di investimenti e centinaia di milioni di ore di lavoro hanno rilanciato l’immagine di Dubai come hub internazionale degli affari e del lifestyle.
Questa esposizione universale per gli Emirati è stato un momento di rilancio, una vetrina internazionale.
La crisi tra Russia e Ucraina è stato solo l’ultimo dei problemi che ha avuto i suoi riflessi sull’Expo di Dubai, due paesi che fino a pochi mesi prima dell’inizio della guerra avevano collaborato insieme nel segno dello slogan dell’Expo: Connecting minds, creating the future.
E’ stato un Expo impattato dalla pandemia, prima ritardato di un anno a causa del Covid e poi la nuova ondata di casi per Omicron. Eppure è riuscita a portare nel sito quasi 25 milioni di persone, quanti ne aveva preventivati all’inizio, prima dell’emergenza sanitaria.
Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro per decine e decine di miliaia di persone che hanno lavorato all’Expo di Dubai ed è anche l’ultimo giorno per poterlo visitare. Oggi o mai più, come recita lo slogan che ha accompagnato le ultime settimane di promozione dell’evento. Niente più balli alle cascate d’acqua, o visite tra i padiglioni alla scoperta di nuovi paesi. Ci sono code in tutti i principali padiglioni. Da oggi il sito è chiuso al pubblico. Per sempre.
L’Expo di Dubai è diventato Storia. Una nebbia fittissima, rara da vedersi a Dubai, in un modo quasi mistico ha accompagnato questo passaggio nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile, dalla fiera alla sua conclusione.
Il Boureu international dell’Esposition ha assegnato nella notte i premi di Expo. Vince come miglior padiglione per l’architettura, tra quelli di grandi dimensioni, l’Arabia Saudita, quello più visitato, al padiglione della Repubblica Ceca il premio per l’innovazione. Premiato anche il Padiglione Italia che con il gemello del David di Michelangelo è stata una delle attrazioni principali.
Il sito di Expo che si trova tra Dubai ed Abu Dhabi diventerà una smart city, l’80% dei padiglioni resterà sebbene riconvertito e il nuovo centro urbano aprirà gli uffici secondo le previsioni già entro la fine dell’anno ad 85 start-up innovative e piccole imprese all’interno del programma Scale2Dubai.
Nella serata di ieri i concerti di Norah Jones e Cristina Aguilera, ma sopratutto uno show mozzafiato sotto l’iconica cupola di Al Wasl, hanno chiuso il sipario di questa Esposizione Universale e dato appuntamento al 2025 ad Osaka in Giappone.
(Tratto dal mio servizio per SkyTg24, da Dubai)